DI DANILO MAINARDI

“La bella zoologia” tratta, come suggerisce il titolo, di questa affascinante disciplina troppe volte sottovalutata in questo nostro mondo moderno. Perché spesso ci dimentichiamo che anche noi facciamo parte della sfera animale. E questo è un libro scorrevole e davvero interessante anche per chi la natura non la ama, o non la capisce.
Il libro è suddiviso in quattro parti, ognuna delle quali si concentra su argomenti diversi ma allo stesso tempo collegati.
Prima parte - Gli animali sono intelligenti = alcuni animali non possiedono una mente, ma hanno comunque una sapienza, insita negli istinti. Un’intelligenza innata e collaudata sul
campo: come le fragili falene, che hanno imparato a percepire gli ultrasuoni dei pipistrelli e quindi a schivare i loro attacchi; o come alcuni uccelli territoriali, la cui aggressività dell’attacco dipende dal tipo di nemico (estraneo o “vicino di casa”); o ancora come i topini, che distinguono i gradi di parentela mediante l’odore. Alcuni animali presentano poi differenze tra mente maschile e femminile e spesso anche capacità simili, uguali o addirittura superiori alle nostre.

Seconda parte – Storie e ritratti = si tratta di racconti di animali speciali, di altruismo, di estinzioni, di reintroduzioni, di tradizioni, di animali-simbolo; storie del passato, del presente e del futuro.
Terza parte – Evoluzione e adattamenti = questa sezione tratta dei vari tipi di evoluzione, che hanno portato i dinosauri a trasformarsi nei rettili e negli uccelli odierni, le tartarughe a rimanere pressoché immutate nel tempo, i delfini ad assumere la forma dei pesci, e così via. Un tipo diverso di evoluzione riguarda l’uomo: si tratta più che altro di un avanzamento culturale, negli ultimi anni così rapido da impedire alla natura di stare al passo. Perché, nei tempi giusti, l’evoluzione può tutto.
Quarta parte – Intorno all’uomo = l’uomo tende a sentirsi al di sopra degli animali, ma in realtà è anch’egli un animale, anche se molto diverso.
Lo dimostra il fatto che noi conviviamo da millenni con altre specie, con cui comunichiamo efficacemente e con cui si instaurano legami particolari, che spesso implicano vantaggi reciproci: come ignorare la particolare unione tra cane e padrone? Mainardi stesso definisce gli animali con il termine di “gente”, o i bambini umani con la parola “cuccioli”. Un modo per abbattere la fittizia barriera tra l’uomo e gli altri animali.

Lo studio e l’osservazione degli animali, oltre a dare grandi soddisfazioni, stupisce in quanto a scoperte curiose: lo sapevate che i topini cantano? Che i varani sono una specie giocosa? E che coccodrilli e germani reali, specie tanto diverse, condividono la stessa affettuosità e la stessa attenzione verso la propria prole? Se non ci credete armatevi di pazienza e cimentatevi nell’osservazione di queste creature all’opera!
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